Ruderi del Castello Medioevale.

Il territorio gioiese è dominato dai resti del castello medioevale e del suo borgo (terra murata), edificati, nei connotati attualmente leggibili, dai Normanni intorno al mille, sfruttando l’impianto originario longobardo, su un pianoro di roccia calcarea che termina con una parete verticale, da cui è possibile avere il controllo su tutta la valle del Medio Volturno.

La cortina muraria esterna, munita di tre torri (due semicircolari e una a puntone), difende il solo lato a nord-est del sito d’impianto, vista la presenza sul lato sud-ovest della parete a strapiombo. Il segmento di cortina muraria in cui è posto l’accesso al borgo è arretrato, rispetto ai due tratti marginali, in modo da determinare una sfalsatura dalla quale era possibile effettuare il tiro laterale sugli assalitori in caso di necessità.

A sinistra della porta d’ingresso, sulla parte del sito d’impianto a quota maggiore, era posto il palazzo fortificato del feudatario (di forma trapezoidale con gli ambienti, distribuiti sul perimetro, imperniati intorno ad un cortile centrale) e il mastio (luogo di estrema difesa, torre circolare su base quadrangolare). Questa area, priva di ripari e delimitata da una seconda cinta muraria, era destinata a trasformarsi in una trappola per l’assalitore che avesse valicato la prima cinta muraria.

A destra della porta d’ingresso, diviso dalla area occupata dal palazzo fortificato dalla viabilità di accesso allo stesso, si estendeva, tra il dirupo a sud e la cortina a nord, il borgo medioevale con gli edifici organizzati in successione, ai lati di una via centrale, seguendo l’andamento orografico del terreno. Una seconda viabilità.

periferica separava gli edifici dalla cinta muraria.

Palazzo Fiondella

Il Palazzo Fiondella, ubicato nel centro storico della frazione Calvisi, è un edificio di rilevante interesse storico e artistico risalente alla seconda metà del XVIII sec.

L’impianto architettonico dell’edificio richiama i modelli tipici delle fortezze medioevali, pur presentando l’edificio i caratteri tipici delle residenze nobiliari di campagna del XVI – XVII sec., come si evince, in particolare, dal belvedere che si affaccia sul borgo medioevale.

Al piano terra erano, originariamente, ubicati gli ambienti destinati al ricovero degli animali, al deposito delle attrezzature e dei prodotti agricoli, a cantine e allo svolgimento delle attività agricole.

In alcune stanze del piano superiore destinato alla residenza della famiglia nobiliare, invece, si possono ancora oggi ammirare una serie di affreschi rappresentanti scene di guerra, con riferimenti mitologici, di caccia e paesaggistiche.

Chiesa di S. Felice

Della chiesa di S. Felice è incerta la data di costruzione, ma certamente fu edificata prima del XVII secolo e ricostruita in seguito al terremoto del 1688. L’interno, a pianta rettangolare, è costituito da tre navate suddivise da colonne su cui si innestano arcate a tutto sesto. Per ogni navata laterale troviamo tre altari in marmo intarsiato, sormontati da nicchie in cui sono poste le statue di S. Lucia, dell’Immacolata, dell’Assunta, dell’Addolorata, di S. Filomena e della Madonna del Rosario. Le due navate laterali terminano con le cappelle dedicate al Sacro Cuore (a destra dell’altare) e alle Anime del Purgatorio (a sinistra dello stesso).

La volta della navata centrale si caratterizza per la presenza di cornici ovali in stucco in cui sono affrescati S. Felice Martire, la Madonna Assunta e S. Michele Arcangelo, mentre, in corrispondenza dell’imposta della cupola sono raffigurati i quattro Evangelisti.

Dietro l’altare maggiore vi è una nicchia sormontata da timpano triangolare in cui è posta la statua lignea di S. Michele Arcangelo, patrono del paese, risalente al XVIII secolo. Di pregevole manifattura, la statua è stata di recente restaurata riacquistando il suo aspetto originario.

La facciata, costituita da un corpo centrale più sporgente raccordato ai due laterali mediante volute, è sormontata da un timpano triangolare. Essa, nella parte inferiore, presenta una alta zoccolatura e tre sobri portali in pietra calcarea. I due portali laterali sono sormontati da aperture semicircolari, mentre, nella parte superiore, al di sopra del cornicione mistilineo, troviamo un’unica apertura che illumina la navata centrale.

Chiesa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo

L’edificio religioso, esistente già prima del 1525, presenta linee architettoniche piuttosto semplici e sobrie. Ridotta a rudere e restaurata alla fine del XX secolo conserva al suo interno elementi che ricordano il vecchio edificio: tracce di muri in tufo grigio; un’antica tela posta alle spalle dell’altare in legno; il fonte battesimale; una lastra in pietra datata 1636, usata per chiudere l’ossario

posto sotto il pavimento in cotto della Chiesa.

L’antica tela presenta gli Apostoli Pietro e Paolo posti in primo piano e la Madonna, leggermente sollevata da terra, con il Bambino in braccio.

La copertura, di recente costruzione, è a capriate in legno.

Chiesa di S. Antonio

Dedicata originariamente a S. Vincenzo, la chiesa presentava un unico altare a cui sono stati aggiunti, agli inizi del XVII secolo, quelli dedicati a S. Vincenzo e a S. Maria del Carmine.

Alla fine del XVII secolo la chiesa fu intitolata a S. Antonio da Padova e, in corrispondenza dell’altare maggiore, fu posta la statua dell’omonimo Santo.

L’edificio, recentemente ristrutturato, presenta una navata unica, pavimento in cotto, copertura con struttura portante realizzata mediante capriate in legno, pareti abbellite da colonne decorate da stucchi di bella fattura ed eleganti fregi.

La facciata reca fregi, lesene e stucchi decorativi in stile barocco, posti in corrispondenza del portale d’ingresso in pietra calcarea.

Nella chiesa ha sede la Confraternita della Beata Vergine dei Sette Dolori che cura il culto dell’Addolorata, a cui è dedicata una cappella laterale.

Nelle altre cappelle si conservano immagini di S. Raffaele e di S. Luigi Gonzaga. Ai lati dell’altare maggiore e della porta d’ingresso, in riquadri di stucco di piccole dimensioni, sono raffigurati episodi evangelici.

Chiesa di S. Maria del Carmine

La chiesa parrocchiale di S. Maria del Carmine, mediante bolla vescovile del 1967 è stata eletta santuario diocesano di S. Liberato Medico e Martire. Essa sorge nella frazione Calvisi nei pressi di palazzo Fiondella. Fu proprio un canonico di questa famiglia che, nel XVIII secolo, si adoperò per avere le reliquie del Santo, attualmente conservate nella cappella che si apre sul lato destro del transetto.

La facciata, molto semplice, è caratterizzata per la presenza del portale d’ingresso in pietra calcarea, sormontato da un timpano spezzato che racchiude un’edicola centrale, e da un’ampia finestra che illumina l’interno. Sulla parte sinistra, invece, è posto il campanile.

L’interno, abbastanza ampio, mostra tracce di diversi stili architettonici: il cornicione e le lesene sono di stile neoclassico; il soffitto a cassettoni rievoca, probabilmente, quello cinquecentesco andato perduto; il transetto presenta stucchi di stile barocco.

Al suo interno vi sono diverse statue lignee settecentesche, tra cui quella di S. Liberato.

Al centro del soffitto si può ammirare una bellissima tela raffigurante la Vergine Immacolata con accanto simboli che si riferiscono ai suoi titoli.

Chiesa del SS. Salvatore

La Chiesa arcipretale del SS. Salvatore, ubicata nella frazione Caselle, fu edificata tra la fine del XVI secolo e inizio del XVII, sulle rovine della precedente chiesa.

La troviamo citata per la prima volta nella S. Visita ad Limina del 1614, dalla quale si apprende che in essa fu traslato il servizio arcipretale del SS. Salvatore, precedentemente svolto nella chiesa ubicata fuori dalle mura del castello medioevale.

L’edificio si presenta a forma rettangolare, con un’unica navata, due cappelle laterali, battistero e attiguo campanile. Il piccolo edificio di culto che fino al 1687 presentava il solo altare maggiore, con pareti laterali affrescate con figure di Santi, in seguito fu arricchito con quello intitolato a San Donato. Al suo interno era presente una statua lignea della Madonna delle Grazie con il Bambino in grembo risalente al XVII secolo, attualmente conservata presso il Palazzo Vescovile di Cerreto Sannita.

Santuario della Madonna del Bagno

Il santuario mariano, sito in località Madonna del Bagno, presenta una sola navata con soffitto a botte.

Nell’abside-presbiterio è presente una nicchia contenente una scultura lignea del tardo ‘700 raffigurante la Vergine con il Bambino. I soggetti sono scolpiti in un atteggiamento particolare in quanto il Bambino accarezza il viso della Madre con un gesto di tenerezza, che fa collegare questa scultura ad archetipi bizantini che, forse presenti sul luogo, si sono tramandati nell’immaginario collettivo della popolazione.

Il soffitto presenta due cornici a stucco in stile barocco raffiguranti la Santa Vergine nella gloria del cielo e un ostensorio, simbolo dell’Eucaristia. Inoltre è presente un’antica scultura di S. Giuseppe, nonché un piccolo quadretto su metallo, che secondo la tradizione fu trovato in un pozzo vicino alla Chiesa.

L’edificio ha subito, specialmente nella parte esterna, molti interventi, perdendo i caratteri propri delle chiese di campagna.

A sinistra del portale d’ingresso vi è un fabbricato che può essere paragonato ad un eremo con piccole celle e una cappella di modeste dimensioni. Gli abitanti del luogo ricordano che, fino a qualche decennio fa, in questo edificio viveva un monaco eremita. Accanto alla facciata principale si erge il piccolo campanile dotato di orologio dai caratteri architettonici moderni.

Per la collocazione e l’amenità del luogo questa chiesa si presta alla preghiera e alla meditazione ed è meta, due volte l’anno (domenica in Albis e il giorno dell’Ascensione), di pellegrinaggi provenienti dai paesi limitrofi.

Chiesa della SS. Trinità

La piccola chiesa, fondata e costruita per devozione degli abitanti della frazione Criscia, risale al XVII secolo.

Per la collocazione e l’amenità del luogo questa chiesa si presta alla preghiera e alla meditazione ed è meta, due volte l’anno (domenica in Albis e il giorno dell’Ascensione), di pellegrinaggi provenienti dai paesi limitrofi.

Chiesa della SS. Trinità

La piccola chiesa, fondata e costruita per devozione degli abitanti della frazione Criscia, risale al XVII secolo.

L’edificio, come testimoniato dagli Atti di S. Visita ad Limina del 1685, è lungo 40 palmi e largo 20, presenta navata unica con copertura a falde inclinate in legno e volta a botte.

L’unico altare è ornato da un’antica tela raffigurante la SS. Trinità e i SS. Antonio Abate e Gaetano.

Al suo interno si conserva una statua lignea del Bambino Gesù e un antico simulacro, di scuola napoletana, raffigurante l’Immacolata.

Chiesa di S. Maria della Libera

Antica chiesetta, ubicata nella frazione Carattano, sorge su un costone di roccia. Anticamente era raggiungibile mediante una via rupestre a gradoni con acciottolato in pietra locale. Con molta probabilità, viste le dimensioni e il sito d’impianto, la chiesa sorge su una torre di avvistamento del periodo medioevale.

L’interno, molto semplice, presenta una pianta ad aula, delle nicchie sulle pareti laterali ed una centrale con cornici in stucco di un barocco molto povero. La volta a botte a sesto ribassato è arricchita da tre medaglioni dipinti della metà del XIX secolo.

Sulla parete di fondo, a destra dell’altare, si apre un antichissimo catino absidale sulla cui parete è affrescata la Santa Vergine della Libera coronata, con le braccia aperte e con le palme della mano segnate da una croce. La fattura dell’affresco è certamente del tardo periodo medioevale ed attesta l’antico culto della Vergine che era legato a questo luogo.

Attigua alla Chiesa vi è un’antica costruzione, probabilmente, in origine, adibita ad eremo (cosa molto diffusa nel nostro territorio dopo la riforma di Papa Celestino V, nativo del Sannio).

Chiesa di S. Maria degli Angeli

La chiesa è stata edificata per rispondere alle necessità della comunità di Carattano e consacrata nel 1989. In essa si venera la Vergine degli Angeli rappresentata nella statua lignea realizzata ad Ortisei (Bz) nel 1990.

Presenta pianta poligonale, interno luminoso e gradevole. Dietro il presbiterio vi è una pittura ad olio raffigurante un campo di grano, chiara allusione al Sacramento dell’Eucaristia.

Chiesa di S. Maria del Carmine

Chiesa costruita alla fine del XVI secolo da Alfonso Troiano, nella frazione Curti, come risulta dagli Atti della S. Visita ad Limina del 1596, presenta struttura in pietra locale a faccia vista.

Dedicata alla Madonna del Carmine, di cui si conserva una statua lignea del seicento, presenta pianta ad aula.

L’altare maggiore, su cui troneggia una tempera in cattive condizioni, raffigurante la Vergine del Carmelo tra i SS. Antonio Abate, Filomena, Antonio da Padova e Lucia, è posto in fondo all’unica navata.

Al lato destro dell’altare, nella nicchia di una piccola cappella, è conservato il simulacro di S. Michele Arcangelo, rappresentante un guerriero alato che regge nella mano sinistra la bilancia e nella destra una spada.

L’otto maggio di ogni anno l’immagine viene portata in solenne processione fino alla grotta rupestre di S. Michele, sita nella medesima località.