Abitanti: 3.600 circa

Superficie territoriale: 54,05 Kmq

Etimologia. Il toponimo “Gioia” deriva da iovia = giovia che significa celeste, del cielo, di una divinità o forse di un tempio oppure di una rocca, di una fonte, di una selva o di una terra ad esso consacrata.

Posizione. Posto in posizione panoramica, alle pendici del Monte Monaco di Gioia (1337 m) e del Monte Erbano (1357 m), Gioia Sannitica è un comune dell’Alto Casertano, compreso nel perimetro del Parco Regionale del Matese.

Il paese è situato sul confine tra le province di Benevento e Caserta e, anticamente, sul limite tra i distretti delle città sannitiche e poi romane di Allifae e Telesia, che correva sul corso del torrente Arvento.

Cenni storici. Come testimoniato da ritrovamenti di antichissime armi e suppellettili, nonché di schegge di manufatti in selce, il territorio di Gioia è stato abitato fin dal periodo neolitico.

Il territorio di Gioia in epoca sannita, probabilmente, fu sotto il controllo della comunità che edificò l’arce del Monte Acero nel limitrofo Comune di Faicchio.

Del periodo sannita si è conservata, in particolare, la tipologia insediativa nel territorio caratterizzata da piccoli nuclei dediti all’agricoltura e alla pastorizia.

Testimonianza di questa epoca sono dei vasi di vernice nera databili tra la fine del IV e i primi decenni del III sec. a.C., attualmente conservati nel Museo Archeologico di Alife.

Dopo le guerre sannite e la caduta di Allifae e Telesia, il territorio di Gioia subì l’influenza della cultura romana tipica degli insediamenti rurali come testimoniato da ritrovamenti di resti di sepolture, di ville rustiche, di lapidi e iscrizioni.

La prima dominazione che ha lasciato segni evidenti nella storia e nella tradizione gioiese è stata quella longobarda, come si evince dalla toponomastica. Ne è un esempio il nome della frazione Curti, che deriva da curtis = spazio racchiuso tra edifici rustici, luogo recinto.Anche il culto di San Michele Arcangelo, Santo Patrono del Comune è di origine longobarda.

n cui è riportato il nome di tal Guntardus che, in qualità di suffeudatario del Conte Roberto di Caserta, possedeva Joham e Comestella. Joham può identificarsi nel borgo posto attorno ai ruderi del castello e nei casali circostanti, Comestella, con la località denominata Compostella posta in prossimità del fiume Volturno.

Il borgo fortificato e il castello, durante la dominazione normanna, assumono caratteri morfologici e tipologici attualmente solo in parte conservati.

Nel XVI secolo, in conseguenza di una terribile epidemia di peste, il borgo fortificato fu abbandonato dando inizio al processo di ripopolamento della pianura.

Nel XVII secolo il feudo di Gioia fu venduto alla famiglia Gaetani di Laurenzana, feudatari di Piedimonte Matese, divenendo un fiorente centro agricolo.

Durante il periodo borbonico, con la costruzione della strada sannita la contrada Taverna, sede attualmente della casa Comunale, divenne il centro vitale del paese grazie alla stazione di posta (luogo dove i viaggiatori potevano ristorarsi e dove le carrozze facevano il cambio dei cavalli).

Con l’Unità d’Italia al nome Gioia fu aggiunto il connotativo “Sannitica”.

Il territorio. La morfologia del territorio montano presenta i forti contrasti tipici delle forme carsiche. Dominano il paesaggio irte pareti rocciose, profonde gole, una fitta rete di valli dai fianchi scoscesi che si alternano a depressioni dal fondo pianeggiante, a pianori spogli, a verdi pascoli, a immense fustaie di faggio (con esemplari anche secolari) alle quote più alte, e a boschi di carpini, querce, aceri e lecci a quelle più basse.

La fascia collinare, degradante verso la pianura attraversata dal fiume Volturno, invece, è ricoperta dauliveti e vigneti che, grazie alla esposizione favorevole, producono oli e vini di ottima qualità.

I nuclei abitativi principali sono posti, in particolare, nella fascia collinare (Gioia, Auduni, Calvisi, Criscia, Curti, Caselle) e in pianura lungo le principali vie di collegamento del comprensorio (Carattano, Madonna del Bagno).

Le sensibili variazioni altimetriche del territorio, i lussureggianti pascoli d’altura, i variegati colori delle fitte aree boschive, i caratteri morfologici dei centri storici realizzano un paesaggio di particolare valore naturalistico.

Produzione locale. La popolazione gioiese vive prevalentemente di agricoltura e artigianato. Di rilevante valore è la produzione del vino “Pallagrello” (“u pallarellu”) bianco e rosso, ricavato dal vitigno autoctono omonimo di cui la Regione Campania ha riconosciuto, per il territorio di Gioia Sannitica, la denominazione di origine e produzione.

Per quanto riguarda la coltivazione dell’olivo è in corso la procedura di riconoscimento del D.O.P. della varietà autoctona “tonda”. L’estrazione dell’olio avviene con frantoio del tipo tradizionale (macina in pietra e presse) con procedimento estrattivo a freddo. Il tipo di olio prodotto è a bassissimo contenuto di acidità e di eccezionale qualità organolettica ed esalta la fragranza del pane lavorato e cotto secondo il metodo tradizionale.

Fiorente è l’allevamento di ovini, caprini, suini e bovini, da cui, secondo gli antichi metodi della tradizione contadina, si ricavano eccellenti insaccati (di particolare menzione è “a supressata” di carne suina) e formaggi freschi e stagionati (pecorino, caprino e vaccino).

Negli ultimi anni, accanto alla produzione tradizionale, si è sviluppata la produzione di mozzarella di bufala e del

gustoso e nutriente latte di alta qualità.

Particolarmente sviluppato è il settore dell’edilizia, della lavorazione artigianale del legno, del ferro battuto, dell’alluminio e del vetro.

Le sapienti mani dei contadini continuano a realizzare manufatti in vimini e in legno. In vimini vengono realizzati cesti, “rate” per essiccare i prodotti naturalmente, “canestregli” per la lievitazione del pane. In legno, invece, “cucchiarelle”, “panare” per infornare il pane, scale e “trepper”.

Informazioni e numeri utili

Sede “PRO LOCO GIOIESE”: Piazza Municipio 1, Gioia Sannitica, tel 0823 915463, 328 1332372, e-mail: prolocogioiese@libero.it

Casa Comunale”, piazza Municipio 1, Gioia Sannitica, tel 0823 915021;

Farmacia di Dott. Lucia Riccardi, via Roma 46, tel 0823 915012;

Ospedale Civile di Piedimonte Matese, via Matese, tel 0823 544111;

Guardia Medica, via Nuova Monte Muto, tel 0823 911196;

Carabinieri di Piedimonte Matese, via S. D’Acquisto, tel 0823 911598;

Vigili del Fuoco di Telese Terme, via Nazionale Sannitica , tel 0824 941505;

Ristorante “La Tour d’Argent”,di DIPA srl, viaCapone, frazione Calvisi, tel 0823 910050;

Ristorante “La Conchiglia” di Giovanni Camputaro, via Fontanelle 18, frazione Carattano, tel 0823 910267;

Ristorante & Pizzeria “Il borgo Antico” di Michele De Biase, via S. Felice, Gioia Sannitica, tel 0823 915039;

Ristorante & Pizzeria “Vecchi platani”, via Pozzillo, Gioia Sannitica, tel 339 4782734;

Ristorante & Pizzeria “Caruso & Sons” di Adrian Caruso, via Cupone 46, frazione Calvisi, tel 0823 910002;

Ristorante & Pizzeria “Il contadino” di Raffaele Antonucci, via Mele 5, frazione Auduni, tel 0823 910568

Ristorante & Pizzeria “La selva” , via dell’Eremo, frazione Auduni, tel 339 4602188;

Ristorante & Pizzeria “La lucciola sul Titerno”, via Marafi,Faicchio, sede di prossima apertura in via S. Felice,

0823 544111;

Guardia Medica, via Nuova Monte Muto, tel 0823 911196;

Carabinieri di Piedimonte Matese, via S. D’Acquisto, tel 0823 911598;

Vigili del Fuoco di Telese Terme, via Nazionale Sannitica , tel 0824 941505;

Ristorante “La Tour d’Argent”,di DIPA srl, viaCapone, frazione Calvisi, tel 0823 910050;

Ristorante “La Conchiglia” di Giovanni Camputaro, via Fontanelle 18, frazione Carattano, tel 0823 910267;

Ristorante & Pizzeria “Il borgo Antico” di Michele De Biase, via S. Felice, Gioia Sannitica, tel 0823 915039;

Ristorante & Pizzeria “Vecchi platani”, via Pozzillo, Gioia Sannitica, tel 339 4782734;

Ristorante & Pizzeria “Caruso & Sons” di Adrian Caruso, via Cupone 46, frazione Calvisi, tel 0823 910002;

Ristorante & Pizzeria “Il contadino” di Raffaele Antonucci, via Mele 5, frazione Auduni, tel 0823 910568

Ristorante & Pizzeria “La selva” , via dell’Eremo, frazione Auduni, tel 339 4602188;

Ristorante & Pizzeria “La lucciola sul Titerno”, via Marafi,Faicchio, sede di prossima apertura in via S. Felice, Gioia Sannitica, 338 1980994.

Nel territorio comunale di Gioia Sannitica sono in corso di realizzazione strutture ricettive quali bed&breakfast, case vacanza e aziende agrituristiche che garantiranno accoglienza a circa 200 persone.

PERCORSI ESCURSIONISTICI

Il territorio incastonato tra le incantevoli montagne del Massiccio del Matese, offre al visitatore la possibilità di effettuare numerose escursioni a piedi, a cavallo o in mountain bike in un paesaggio incontaminato, ricco di scorci panoramici di rilevante valore paesaggistico, di rialzi naturali, pianori, sporgenze rocciose e verdeggianti vallate ricoperte da boschi d’essenze d’alto fusto e da rigogliosi pascoli.

Dai punti di osservazione naturali, posti lungo i sentieri dei versanti scoscesi e maestosi delle montagne, lo sguardo, inoltrandosi nella Valle del Medio Volturno e del Titerno, può ammirare il complesso vulcanico del

Roccamonfina, la mole Monte Maggiore, il massiccio Taburno, e, all’orizzonte, il Mar Tirreno.

Percorrendo i sentieri montani, osservando le norme di raccolta previste dal Regolamento del Parco Regionale del Matese, è possibile raccogliere pregiati funghi porcini, prataioli, gallinelle, manine, mazze di tamburo, ovoli; saporite fragole di bosco e profumate erbe officinali in particolare origano e pimpinella, utilizzate per aromatizzare i formaggi di produzione casalinga.

Valle delle Pesche (1050m) – Monte S. Angiolillo (1281m) – Monte Erbano (1380m)

La depressione carsica denominata Valle delle Pesche è raggiungibile in auto dalla frazione Curti mediante una stradina asfaltata di circa 4 Km, e a piedi dalla frazione Caselle percorrendo il sentiero denominato Vauzo Tunno.

L’area attrezzata di Piana delle Pesche consente di ristorarsi all’ombra di una secolare faggeta prima di proseguire nel cammino.

Da Valle delle Pesche, infatti, proseguendo verso nord-ovest, è possibile intraprendere un primo itinerario che consente di raggiungere la località denominata “Sugliu” (1110 m) dove vi è un laghetto artificiale, alimentato dalle acque meteoriche e dallo scioglimento delle nevi invernali, usato come abbeveratoio dai numerosi animali che vivono allo stato brado.

Il sentiero intrapreso prosegue attraverso diverse verdeggianti vallate, passando per la località denominata “Piscina della Fiondella”(1072 m), dove si trovano i resti di una dimora d’altura e dei relativi stalli all’aperto per le bestie, originariamente di proprietà dell’omonima nobile famiglia di Calvisi che si occupava di allevamento di suini, bovini e ovini, e, toccando l’area delle rovine della Chiesa

upestre di S. Angiolillo, posta sull’omonimo monte, giunge nel territorio del limitrofo Comune di S. Potito Sannitico.

Sempre da Valle delle Pesche, procedendo verso nord-est, invece, ci si incammina lungo una stradina sterrata che conduce alla località “Cannavina” (1173 m), piccola conca di natura carsica di straordinaria bellezza naturalistica da cui si raggiunge un costone roccioso, denominato “Prece di Ferro” o “Santa Croce” (1210 m), dal quale è possibile vedere in volo esemplari di rapaci che nidificano in questa area, e osservare l’intero tessuto urbanistico comunale caratterizzato da piccoli centri urbani collegati da strade fiancheggiate da case sparse e campi coltivati intervallati da uliveti, vigneti e boschi di modeste dimensioni.

Questo secondo itinerario si conclude raggiungendo la cima del Monte Erbano, meta dei cercatori del pregiato fungo porcino.

Castello (573m) – Fontana Valle (470m) – Tassito (680m) – Piana del Campo (975m)

Dai ruderi del castello, scendendo verso Fontana Valle, dove è possibile dissetarsi con la fresca acqua della fonte omonima, inizia una splendida passeggiata che attraverso un bellissimo bosco di carpini, passando per la maestosa faggeta della località Tassito e costeggiando le cavità naturali detritico-alluvionali, denominate “Ruttilonghe” (850 m), raggiunge la Piana del Campo.

La Piana del Campo è un avvallamento naturale di forma pressoché ellittica costeggiato da boschi secolari di faggio e animato dalla presenza di bovini ed equini che nella stagione calda vengono tenuti in altura al pascolo.

Dopo una sosta ristoratrice nei pressi delle fresche acque della fontana del Campo è possibile intraprendere la strada del ritorno.

Cesaide (830 m) – Monte Monaco (1320 m)

Il piccolo promontorio roccioso denominato Cesaide è il punto di confluenza dei percorsi che partono dalla Frazione Caselle e dalle località San Picozzo e Castagnete e conducono alla vetta del Monte Monaco di Gioia “Pizzu”.

Lungo il percorso l’escursionista potrà ammirare rigogliosi boschi costituiti da essenze tipiche della macchia mediterranea, splendide varietà di orchidee spontanee, ripidi costoni rocciosi e numerose cavità di origine carsica. La più inaccessibile è conosciuta con il nome di “Grotta dei Banditi”, rifugio di briganti. La leggenda narra che in essa sia nascosta una cassa piena di monete d’oro.

Dopo un buon tratto di percorso si giunge ad uno spettacolare belvedere naturale su Monte Acero, la Valle del Titerno e la piana del Volturno.

Raggiunta la vetta, suggestivo è il panorama che si presenta all’escursionista che, nelle terse mattinate primaverili e autunnali, può giungere con lo sguardo fino al Vesuvio ed al porto di Napoli.

Frazione Curti Grotta di San Michele (450 m)

Dal centro storico della frazione Curti, percorrendo un comodo sentiero di circa 1200 m, si raggiunge una cavità molto suggestiva, sormontata da un grande arco naturale ricoperto di lecci, nella quale è stata edificata un’antica chiesa rupestre dedicata a San Michele Arcangelo, (culto risalente al periodo longobardo).

A sinistra dell’ingresso è posta una piccola cappella con tetto a doppio spiovente che ospita un altare utilizzato l’otto maggio per le celebrazioni religiose in onore del Santo. Nella parte destra della grotta, invece, vi è la cappella originaria, in parte ancora affrescata con le scene di culto e i caratteri stilistici tradizionali dei santuari rupestri dedicati al culto di S. Michele.

Dall’ingresso, grazie ad una scaletta ricavata nella roccia, è possibile raggiungere la parte terminale della grotta, delimitata da una parete muraria anch’essa affrescata.

Associazione

PRO LOCO GIOIESE”

Gioia Sannitica…

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